lunedì 4 luglio 2016

Sovranità o reddito?

Se hai un reddito puoi ritenerti sovrano? Autonomo? Indipendente? Libero?
Credo che il 99% delle popolazione, in un mondo dove l'uomo perde la veste di cittadino per travestirsi da consumatore risponderebbe di sì, associando alla libertà e indipendenza tutto quello che sarebbe capace di comperare attraverso il danaro.
Purtroppo, sovranità è altra cosa...
Ci hanno tolto la sovranità monetaria (e tutte le sovranità che da questa discendevano) e quel che facciamo oggi è parlare di reddito di cittadinanza (???) come fossimo cani che reclamano un osso per essere ammansiti mentre il nostro padrone continuerà indisturbato a finanziare corruzione, armi, distruzione e morte?!?


Da essere umano che crede al suo valore e da cittadino che crede al valore dell'essere sovrano, mi rifiuto!!!
Se il reddito di cittadinanza serve ad avere maggiore potere d'acquisto da utilizzare per consumare prodotti globali che saranno venduti da multinazionali che offendono l'uomo e l'ambiente, allora preferisco non perder tempo in illusorie battaglie.
Il problema interno al sistema capitalistico finanziario, che dovrebbe portarci a riflessioni più profonde e meno superficiali, è chiaro ad una mente che onora il pensiero: abbiamo smesso di produrre localmente per dipendere da sovra-strutture ed un mercato fatto di derivati, fantasticherie e scommesse varie. Il denaro auto-referenziale, reso ricchezza in sé in questo sistema, bypassa oggi il ciclo produttivo per entrare nell'economia reale solo per acquistare-acquisire risorse già prodotte.
L'uomo, oggi, non deve reclamare un reddito di cittadinanza accentuando il problema grave che vede un danaro disancorato dall'economia di un mondo reale che non c'è, ma il lavoro, il diritto sancito dal primo articolo della Costituzione Italiana per ovvie ragioni: è il lavoro che ti rende indipendente e partecipe all'interno della Società (della quale sei socio responsabile), e non il potere d'acquisto che il Padrone forse ti concederà per ammansirti traendoti in inganno per portarti ad acquistare ciò che è di Suo interesse.
Per lavoro, però, non intendo la subordinazione ad una multinazionale, per ore che superano la vita stessa ed un salario che non ti permette di dare dignità al tuo transitare terreno, ma un atto mirato a generare valore da condividere all'interno della nostra terra seguendo una funzione sociale: atto nobilitante di creazione di valore da condividere, e non alienante nell'inseguimento di danari per tasse, interessi e consumi che ti isolano in un rapporto illusorio-debitorio che ti terrà lontano dalla Verità senza farti pensare.



Se volete continuare a vedere il danaro come mero potere d'acquisto coprendo i valori più profondi legati alla sovranità, alla coesione sociale, all'identità, all'istituzione, al vettore che lega un'autorità legittimata al suo mercato regolato per il ben-essere di tutti, continuate a lottare per avere un reddito che vi mantenga a cuccia.
Attenzione, però, perché quel cane che io intendo, non è l'animale domestico d'Occidente, ma quello che nasce in alcune parti d'Oriente per essere mangiato.
Per valorizzare un animale che stimo più di un uomo che non vede, vi ricordo un cane che in Grecia lottava per la sovranità: Loukanikos.
In sostanza, come si dice dalle mie parti: "Mancu i cani!" (Neppure i cani!)



Il consumatore vassallo, un tempo cittadino, che scende in piazza per un reddito di cittadinanza senza rivendicare la sovranità, morirà consumando senza aver mai lottato veramente.
Ti esorto a raggiungere la prima sovranità persa, LA SOVRANITA' MENTALE, e a non fidarti dell'uomo politicante che oggi si afferma onesto coprendo i Padroni del denaro per che cosa?...un reddito?


F.M.

1 commento:

  1. A me pare evidente che il reddito di cittadinanza è una mossa elettorale e probabilmente ha avuto il suo peso. Come sia nato lo si deduce dalla storia dei 5s un po' popolari un po' magnificamente idealisti un po' teleguidati su temi inoffensivi. Senza una prolungata, costante e massiccia campagna informativa sarà difficile rendere consapevole la massa del nocciolo del problema. Io però non mollo, nelle mie possibilità ovviamente, e ti ringrazio per la tua opera.

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